L’allarme dei costruttori edili: «Servono professionisti dell’edilizia»

Nel rapporto del suo Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, presentato mercoledì 23 febbraio, l’Ance punta i fari sulla carenza di manodopera specializzata. Un fenomeno generalizzato che riguarda tutti i settori economici, ma che si presenta più intenso nelle costruzioni. «Tale gap tra domanda e offerta, in questo contesto di crescita, rischia seriamente di frenare la ripresa economica» si legge nel rapporto, che cita i dati Excelsior, secondo cui nelle costruzioni ben il 40% dei profili richiesti è di difficile reperimento. Prima della pandemia (2019) lo stesso rapporto era del 28%. L’Osservatorio dei costruttori edili segnala dunque come la differenza tra domanda e offerta nelle costruzioni sia aumentato di ben 12 punti percentuali, il doppio di quanto accaduto per l’insieme dei settori economici (dal 26% nel 2019 al 32% del 2021). Per alcune figure professionali, inoltre, la difficoltà di reperimento è molto più elevata della media, tanto da farle inserire nella top 30 dei profili più ricercati: ne sono un esempio gli “installatori di impianti di isolamento e insonorizzazione” (57,2%) e i tecnici e elettricisti relativi a costruzioni civili (quota vicino al 55%).

Anche il settore Arredo in difficoltà

Non solo l’edilizia, anche le aziende del legno-arredo faticano a trovare le figure professionali necessarie a far fronte alla forte crescita che il settore sta vivendo ormai dalla seconda metà del 2020. Secondo FederlegnoArredo, entro il 2025 le aziende della filiera dovranno inserire circa 15.000 nuovi occupati, fra i quali operai specializzati e artigiani, e l’offerta di lavoro oggi non soddisfa l’offerta.

Edilizia, forte crescita nel 2021

Tornando all’edilizia, secondo il rapporto dell’Osservatorio Ance il settore delle costruzioni conferma il percorso di crescita intrapreso a inizio del 2021, dopo la battuta d’arresto registrata nell’anno della pandemia. La stima dell’Ance per lo scorso anno è di un significativo incremento del +16,4% in termini reali, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti: “Una crescita importante, che non si registrava da moltissimi anni e che non costituisce solo un mero rimbalzo statistico a seguito dello shock pandemico: il confronto con il 2019, anno pre pandemico, rimane, infatti, comunque positivo (+9,1%), a conferma che le costruzioni si sono avviate verso una graduale ripresa” si legge nel documento dei costruttori edili.
La ripresa dei livelli produttivi nel settore ha positivamente influenzato anche i livelli di occupazione. Nei primi 11 mesi del 2021, secondo il monitoraggio della CNCE su 114 casse edili/edilcasse il numero di ore lavorate è cresciuto del 26,7% rispetto allo stesso periodo del 2020, mentre i lavoratori iscritti sono aumentati dell’11,8% nello stesso periodo.
Considerando il complesso del 2021, la produzione delle costruzioni ha recuperato pienamente non solo la flessione del 2020, ma risulta superiore del 14,3% al livello registrato nel 2019.

Il 2022 è già a rischio

A pesare sulla stima dell’anno in corso, decretando un sostanziale stop alla crescita nel settore, sono però alcuni fattori messi in luce da Ance: l’aumento dei prezzi dei principali materiali da costruzione e le limitazioni introdotte alla normativa sui bonus edilizi con il recente decreto Sostegni-ter, che “hanno bloccato gli investimenti nei primi mesi del 2022” spiega il rapporto.