Come crescono i robot

robot umanoide pepper

Articolo redatto da Osservatorio FondItalia

Dai robot umanoidi all’automazione industriale, il futuro è dei robot. Ma come stanno crescendo? Le analisi di BBC e Morgan Stanley

Il robot umanoide “Pepper” è stato creato dalla società francese Aldebaran, che è poi diventata la divisione robotica della giapponese SoftBank nel 2012.

Pepper era diventato famoso quando era apparso di fronte a un comitato selezionato della Camera dei Comuni inglese per un breve intervento sull’impatto dell’intelligenza artificiale sull’istruzione.

L’UTILITÀ DEI ROBOT UMANOIDI

Durante questo evento in molti avevano condiviso un certo disagio nei confronti del robot, in particolare quelli umanoidi. Pepper era stato programmato per fare una semplice dichiarazione e non per rispondere alle domande dei parlamentari inglesi, dimostrando tutti i limiti della sua “intelligenza robotica”.

In luglio, la BBC ha pubblicato un approfondimento sullo stato di crescita dei robot umanoidi, annunciando che ha “messo in pausa” la produzione di nuovi Pepper, che erano stati commercializzati come guide di musei, receptionist di uffici e cheerleader in eventi sportivi.

LA CRISI DEI ROBOT UMANOIDI

L’azienda giapponese, secondo Reuters, sembra aver licenziato metà del personale della sua divisione francese di robotica.

Kerstin Dautenhahn, professore di robotica intelligente all’Università canadese di Waterloo, ha detto alla BBC che ha lavorato con Pepper e le piace molto: “È un robot molto sociale, può parlare, può ballare, può fare certi trucchi”. Ma ha seri dubbi sul suo scopo: “L’uso di quel robot è abbastanza limitato perché oltre a ballare e sembrare impressionante, cosa può fare in realtà? ”

Altri robot umanoidi, infatti, hanno entusiasmato il pubblico negli ultimi anni, per poi svanire nel nulla.

IL FUTURO DELL’AUTOMAZIONE

Nell’articolo di Luigi dell’Olio apparso a luglio 2021 su La Repubblica viene citato un interessante studio di Morgan Stanley Research intitolato “Future of Automation: Automation for the People / Rebooted”.

Nel report si descrive da una parte l’avanzata dell’automazione nelle fabbriche, dall’altra la crescente domanda di veicoli elettrici, che sono caratterizzati da elevati contenuti tecnologici.

Sono questi i due fattori che “promettono di sostenere ancora a lungo il mercato dei robot, anche se nei prossimi anni si assisterà a un rallentamento rispetto al ritmo tenuto nell’ultima decade”.

CHE FATICA DIVENTARE GRANDI

“Dopo che tra il 2010 e il 2019 il comparto ha fatto registrare un tasso annuale di crescita composita nell’ordine del 14%, le proiezioni al 2030 sono per un ritmo di progresso annuo nell’ordine del 6%”. Nel report il primo dato che emerge è che la crescita sarà sempre più lenta nei prossimi anni. “In termini di valore di mercato significa passare dagli 11 miliardi di dollari medi annui della scorsa decade a quota 13 miliardi”.

LA NASCITA DEI ROBOT

I robot esistono dagli anni Settanta ma è “solo dall’inizio di questo secolo che il settore ha iniziato ad assumere dimensioni importanti in quanto i progressi tecnologici da una parte hanno ridotto i costi di produzione, dall’altro ne hanno consentito un uso più massivo in campo industriale”.

Nello studio si legge che “il tasso di penetrazione (calcolati come numero di installazioni robotiche per ogni 10mila impiegati nel settore manifatturiero) vedrà un incremento importante, attestandosi a 182 unità rispetto alle 113 del 2019”.

Questa tendenza positiva è stata sostenuta “da politiche di incentivazione, aumento degli investimenti in componenti per l’automazione/semiconduttori (su questo fronte il mercato sta fronteggiando ritardi negli approvvigionamenti, ma la sensazione è che si tratti di un fenomeno temporaneo) e migliorie tecnologiche che hanno reso la robotica più accessibile”.

IL FUTURO

Nel report si fa riferimento ai “cobot”, cioè “i robot che vengono concepiti per interagire fisicamente con l’uomo all’interno di uno spazio di lavoro”.

Per fare un esempio, si parla di robot che svolgono mansioni di “sollevamento assistito (costruiti per sollevare pesi in modo sicuro, ma privi di movimento autonomo)”, così come di “robot dotati di sistemi di visione integrata per evitare gli ostacoli”.

Secondo il report di Morgan Stanley, dunque, “la robotica collaborativa, che oggi vale il 5% delle installazioni annuali a livello globale, nell’arco di un decennio può arrivare al 17%”.

Uno dei fattori che maggiormente favoriscono la diffusione della robotica è il livello dei prezzi, “che diventano sempre più accessibili, come sempre accade quando una innovazione tecnologica supera la fase di sviluppo iniziale”.

LA CINA

Morgan Stanley non ha dubbi a individuare il protagonista di questa crescita della robotica. “La Cina è il principale motore della crescita per i robot”. Osservando i dati, si nota che il totale delle installazioni cinesi “vale il 38% del mercato mondiale”, un numero “quasi tre volte superiore a quello del Giappone”.

“La corsa della Cina le consentirà di raggiungere entro la fine di questo decennio il quinto posto a livello di penetrazione, con 375 unità contro le 189 della media mondiale”, conclude lo studio.

 

Qui l’articolo della BBC

https://www.bbc.com/news/technology-57693923

Qui l’articolo di La Repubblica

https://www.italian.tech/dossier/innovazione-trasparente/2021/07/27/news/i_robot_entrano_nell_era_della_maturita_-310491000/

Qui alcuni studi Morgan Stalney

https://www.morganstanley.com/ideas/process-automation

https://www.morganstanley.com/im/publication/insights/investment-insights/ii_edge_automationrobotics_en.pdf

https://www.morganstanleyalumni.com/s/1651/index.aspx?sid=1651&gid=1&sitebuilder=1&pgid=252&cid=2857&ecid=2857&crid=0&calpgid=385&calcid=1055