Corporate wellness e coaching aziendale: il benessere del lavoratore al primo posto

Corporate wellness e coaching aziendale

In America sono già una realtà affermata, in Italia si stanno diffondendo con più fatica. Stiamo parlando di “Corporate wellness” e di “coaching aziendale”, percorsi che puntano al benessere del lavoratore e di conseguenza alla crescita economica e produttiva dell’impresa. Sono diversi gli studi degli ultimi anni che dimostrano l’importanza del benessere e dell’organizzazione all’interno del contesto lavorativo, e soprattutto in un momento di pandemia universale che ha rivoluzionato la vita individuale e lavorativa se ne sente maggiormente il bisogno.

Corporate wellness e coaching aziendale

In sostanza sono allenatori della salute, in America li chiamano Chief Happiness Officer (manager della felicità), che indagano su quali emozioni rendono l’ufficio e il posto di lavoro più produttivo, sereno e felice. In Italia alcune aziende stanno sottoponendo i propri dipendenti a dei test psicologi (qui entra in campo la psicologia del lavoro e la teoria delle motivazioni), per comprendere quali sono i punti da migliorare. Perché un lavoratore e un’azienda che collaborano hanno indubbiamente una crescita personale ed economica che giova ad entrambi.

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Migliorare la produttività: l’esempio dal mondo dello sport

Le aziende che investono sul benessere del proprio dipendente ottengono risultati sopra la media rispetto a quanto avveniva prima. Un esempio calzante ci arriva dalle recenti Olimpiadi e dalla medaglia d’oro azzurra Marcell Jacobs (piazzamento storico per l’atletica italiana nei 100 metri), che ha dichiarato quanto il lavoro con la sua mental coach abbia contribuito alla vittoria. Lo sport per primo in Italia ha affiancato agli sportivi degli psicologi che aiutano gli atleti a focalizzare l’obiettivo, a fare squadra, a cercare di lasciare andare dei pesi personali per essere liberi di dare il meglio in campo.

Cos’è il Welfare aziendale

Una soluzione che si può applicare anche nelle piccole e grandi aziende, per avere dai propri dipendenti un rendimento e una produttività maggiori, creare un benessere organizzativo e una percezione positiva dell’ambiente di lavoro. Tutto ciò contribuisce a ridurre lo stress, il malcontento e il disinteressamento dell’andamento aziendale. E di conseguenza a far crescere la serenità e quindi un approccio più responsabile al proprio lavoro e ruolo. Ed è per questo che è nato il Welfare aziendale, grazie alla legge di Stabilità del 2016 che ha normato un pacchetto di servizi e benefit che le aziende possono concedere ai dipendenti e che molte, soprattutto le multinazionali o le imprese più grandi, dopo la crisi per la pandemia sanitaria stanno pian piano attivando.

La ricerca sul welfare

Uno studio di Semrush parla di +400% di ricerche su cosa è il welfare aziendale e +200% su come attivarlo nell’ultimo anno e mezzo, con una crescita poderosa nei mesi appena trascorsi (+1600% le ricerche sul portale welfare aziendale). Tra le iniziative promosse ci sono buoni pasto, carta carburante, assicurazioni sanitarie e bonus baby-sitter, che danno una piccola ma significativa soddisfazione personale al dipendente, e questa si ripercuote in modo positivo sul lavoro all’interno dell’azienda. Il mondo del lavoro si sta già dirigendo verso una Società 5.0, che ha tra i suoi principi l’humancentric.

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