Crisi economica e industria 4.0, ripartire oltre le difficoltà

L’Italia si trova a dover affrontare una delle più gravi crisi dalla Seconda guerra mondiale ad oggi. I mesi di lockdown e la pandemia da Coronavirus hanno portato il Pil del nostro Paese a scendere vertiginosamente, bruciando tre anni di crescita. Per una vera ripresa bisognerà aspettare il 2021. Ma tutto dipenderà anche dal livello di innovazione e rinnovamento delle imprese e dal tessuto produttivo.

Dalla crisi alla ripartenza

La pandemia ha portato una ventata di incertezza economica, che rischia di frenare la crescita dell’Industria 4.0. In un’importante ricerca dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno online “Digital New Normal: essere 4.0 ai tempi del Covid”, il direttore Giovanni Miragliotta spiega: «Sono complessivamente 1100 le applicazioni di tecnologie 4.0 nelle aziende manifatturiere censite dall’Osservatorio e di queste ben il 46% rispondono a bisogni enfatizzati dalle imposizioni di lockdown. L’emergenza – prosegue Miragliotta – segnerà profondamente le imprese italiane, circa il 40% stima una perdita di fatturato di oltre il 20% rispetto al budget, ma gli investimenti in digitale sono stati lo strumento per reagire all’emergenza sanitaria e secondo la grande maggioranza delle industrie questa esperienza alla fine si rivelerà un acceleratore della trasformazione 4.0».

Per far ripartire il paese sarà necessario sviluppare o adottare nuove forme di business e di lavoro, applicando strategie di innovazione e di collaborazione, creando sinergie e massimizzando le probabilità di successo. Sperimentare, sfruttare le opportunità delle nuove tecnologie e investire nelle persone saranno le parole d’ordine con cui muoversi sul mercato.

I dati sull’Industria 4.0

Dai dati dell’Osservatorio emerge che l’industria 4.0 è cresciuta del 22% nel 2019, rispetto all’anno prima. Un numero che si è triplicato in 4 anni. Il valore raggiunto è di 3,9 miliardi di euro, suddivisi in 2,3 miliardi per progetti di connettività e acquisizione dati (Industrial IoT), 630 milioni per Analytics, 325 milioni in Cloud Manufacturing, circa 255 milioni per attività di consulenza e formazione per progetti Industria, 190 milioni in Advanced Automation, 85 milioni Additive Manufacturing e altri 55 milioni tecnologie di interfaccia uomo-macchina avanzate.

automazione nel settore logistica

La ricerca del Politecnico, comunque, evidenzia come: «La gestione dei progetti di innovazione 4.0 è ancora una lacuna per molte aziende italiane. Un quarto delle imprese porta avanti progetti sparsi, senza una roadmap, un programma strategico o un coordinamento; il 42% persegue diversi progetti in modo coordinato, ma senza una roadmap o un programma strategico complessivo; il 24% segue una roadmap generale. Solo una percentuale limitata (circa il 10%) ha invece un programma globale che guida in modo strutturato l’identificazione e la gestione dei diversi progetti».

E ancora la ricerca spiega che anche se il ritorno d’investimento non è sempre immediato, solamente l’1% delle imprese rimane deluso dalle soluzioni 4.0: «A dimostrazione di reattività imprenditoriale – si legge nel comunicato stampa dell’Osservatorio –, a seguito dell’emergenza oggi quasi un terzo delle aziende sta riconvertendo la sua produzione o sta valutando di farlo (rispettivamente il 12% e 19%) e per il 25% di queste sono state fondamentali tecnologie 4.0 come l’IoT e Cloud.

La trasformazione digitale

La ripartenza del Paese potrebbe far leva proprio su questo, perché l’emergenza sanitaria ha di fatto in molti campi accelerato la trasformazione digitale. Pensiamo a tutte le imprese che hanno messo in atto lo smart working, la formazione a distanza, le piattaforme per teleconferenze e gestioni riunioni, oltre a chi ha implementato l’e-commerce. Nei prossimi mesi la tecnologia potrebbe portare molte aziende a fare un passo in più verso un’industria tecnologica. Un esempio? Potrebbero essere incentivati i veicoli a guida autonoma per la logistica interna.

Le aziende con una forte digitalizzazione sono quelle che hanno resistito meglio alla crisi. E proprio in questo momento d’incertezza sperano di ottenere incentivi per non rallentare questo processo di innovazione: come la riduzione delle imposte (33%), la diminuzione del costo del lavoro (30%), mentre un altro 31% chiede super e iper ammortamento per beni strumentali.

Le speranze sono riposte nel Piano Transizione 4.0, che mette sul piatto 7 miliardi di euro di risorse per le imprese che punteranno su innovazione, investimenti green, ricerca e sviluppo, design, innovazione estetica e formazione. Inoltre qualche altro incentivo concreto per l’Industria 4.0 potrebbe arrivare dall’UE.

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