Farmaceutica e sanità, c’è bisogno di investimenti in formazione

Negli ultimi dieci anni l’export farmaceutico è salito in Italia del 117%, un numero molto più alto rispetto alla media europea che si attesta invece sull’81%. Dal 2008 al 2018 si è registrato un aumento della produzione del 22%, proprio grazie alle esportazioni. I dati diffusi da Farmindustria mostrano come l’intero comparto sanitario sia un asse portante per il nostro Paese. Dati positivi ai quali però deve aggiungersi un importante investimento nella formazione.
«L’Italia deve mettere in rete talenti, strutture pubbliche e private che con l’industria radicata nel nostro Paese possono partecipare alla competizione internazionale per l’innovazione», ha dichiarato all’Agi il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi.
Una formazione pluridisciplinare di qualità
È forte la richiesta ad esempio di una “scuola di specializzazione in medicina generale” (già presente in altri paesi europei) da parte del Sindacato dei medici italiani (Smi) al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur), che permetta alla professione medica di acquisire dignità, rispetto ad altri corsi di studio.
Fondamentale, secondo il sindacato, favorire l’integrazione tra le reti ospedaliere, l’assistenza sanitaria territoriale e l’università. Quello su cui puntare è una formazione pluridisciplinare di qualità, importante per un medico di medicina generale. Ma soprattutto la formazione deve essere garantita a tutti: risultano insufficienti, infatti, le borse di studio stanziate che non consentono a tutti i medici di poter completare il ciclo di studi. In quest’ottica è importante anche che vengano stanziati fondi economici e di conseguenza creati dei poli specialistici, in modo da permettere a tutti i medici di portare a termine il percorso formativo e di specializzazione.
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Case history: Liguria e Sicilia come esempio
In Liguria, riporta in una nota lo Smi, si sta estendendo un modello di Dipartimento misto università-medici di medicina generale che crea un contatto costruttivo tra realtà diverse che possono così contribuire al miglioramento della formazione.
Mentre in Sicilia, terza regione italiana dopo Lombardia e Toscana in termini di numero di borse attivate dai privati (8 su 89 in tutta Italia), per la prima volta gli ospedali privati entrano nel processo di alta formazione specialistica dei medici, a seguito di un decreto del dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca del Miur. Una vittoria dell’Associazione che riunisce gli ospedali privati (Aiop) che consentirà di poter trattenere nell’isola i cosiddetti “cervelli in fuga”.