Fondo nuove competenze, Malcotti: «Tempi stretti, bisogna investire sulla formazione»

Fondo nuove competenze per formazione

«C’è bisogno di procedimenti semplici e di misure universali». Luca Malcotti, membro del CdA di FondItalia è intervenuto così sul tema Fondo nuove competenze istituito dal decreto Rilancio e rifinanziato con risorse più che raddoppiate dal Decreto Agosto. Parlando al convegno “Commercialisti e politiche attive del lavoro” che si è tenuto giovedì a Ischia nell’ambito del Forum Lavoro 2020, evento sponsorizzato da FondItalia, Malcotti ha evidenziato «i tempi stretti» (i termini scadono il 31 dicembre 2020) per le attività legate allo strumento di finanziamento della formazione istituito presso Anpal, incaricata della gestione delle domande, in collaborazione con le Regioni.

Il Fondo nuove competenze

Il Fondo nuove competenze ha l’obiettivo di innalzare il livello del capitale umano nel mercato del lavoro, offrendo ai lavoratori l’opportunità di qualificarsi e di dotarsi degli strumenti utili per adattarsi alle nuove condizioni del mercato del lavoro e sostenendo le imprese nel processo di adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi determinati dall’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Malcotti FondItalia per Fondo nuove competenze
Luca Malcotti membro del CdA di FondItalia durante il suo intervento sul tema Fondo nuove competenze al convegno “Commercialisti e politiche attive del lavoro”

«La sfida della formazione professionale – ha detto Malcotti nel suo intervento a Ischia – è la sfida dell’occupazione e della qualità del lavoro. Non investire nella qualità del lavoro attraverso la formazione significa non soltanto creare un danno economico ma minare le fondamenta della nostra civiltà poiché il lavoro è lo strumento con il quale le persone si definiscono e si realizzano».

In Italia ancora poca formazione

Il Rapporto Ocse sui Fondi Interprofessionali in Italia, redatto con la collaborazione della Fondazione JPMorgan Chase evidenziava già nel 2018 come per affrontare i cambiamenti nel mercato del lavoro bisogna fare sforzi in più direzioni per innalzare le competenze di tutti i lavoratori e rendere effettivo il diritto alla formazione soprattutto dei più fragili e a rischio del posto di lavoro. In Italia il 15,2% dei posti di lavoro ha un alto “rischio di automazione” mentre un ulteriore 35,5% potrebbe subire cambiamenti significativi con l’introduzione di nuove tecnologie.

Ad accedere alla formazione, secondo il Rapporto, sono soprattutto le figure manageriali poiché le PMI hanno ancora difficoltà ad accedere ai finanziamenti.

 

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