Formazione per detenuti: fornire competenze per garantire il reinserimento in società

formazione per detenuti

La formazione e l’acquisizione di nuove competenze sono fondamentali per ogni persona, ma diventano quasi di vitale importanza per i detenuti. La possibilità di frequentare corsi di aggiornamento professionale o di studio è importante per vivere la detenzione in maniera diversa e soprattutto per avere una possibilità di reinserimento in società una volta scontata la pena detentiva.

La formazione per i detenuti

La Costituzione italiana sancisce con l’art. 27 che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Per questo con le leggi successive, il legislatore ha creato le condizioni per vedere l’istruzione in carcere come un’opportunità per i detenuti, contribuendo non solo all’insegnamento ma anche all’educazione e al reinserimento sociale e civile. Sono stati, quindi, introdotti negli istituti penitenziari corsi d’istruzione scolastica, di lingua italiana e di formazione professionale, oltre ad agevolazioni per gli studi universitari.

Emblematici in questo senso i recenti esempi delle carceri di Milano e della Campania ma anche quello del 2018 a Vigevano, che puntano a dare ai loro detenuti (con pene minori e a bassa pericolosità) competenze professionali. Una formazione, quindi, idonea e in linea con le offerte di lavoro che il mercato offre.

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L’esempio del carcere Opera di Milano

Nel penitenziario Opera di Milano, grazie a un accordo tra un’importante società telefonica e il ministero della Giustizia, i detenuti potranno avere una formazione digitale (assistenza tecnica per prodotti di rete fissa) per cominciare a lavorare già durante il periodo di detenzione e avere allo stesso tempo competenze che gli permetteranno fuori dal carcere di poter trovare un impiego. Una formazione e un’esperienza professionale che risponde anche alle richieste del mercato del lavoro.

L’esempio delle carceri campane

Il Provveditore regionale della Amministrazione Penitenziaria della Campania e il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania hanno firmato un accordo per promuovere, all’interno delle carceri, attività di sostegno e integrazione in materia di diritto alla salute, allo studio, alla formazione professionale e al lavoro. L’obiettivo è di fornire ai detenuti una preparazione per sostenerli nel percorso di reintegro in società e come alternativa alla detenzione.

L’esempio del carcere di Vigevano

Il carcere di Vigevano ha effettuato nel 2018 un progetto di formazione e lavoro per i detenuti. È stata data l’opportunità di frequentare un corso per operatori di call center e di svolgere quindi un’attività lavorativa. Il call center di Power ed Expo Training, spesso partner di FondItalia nelle attività di ricerca e sviluppo, ha offerto ai detenuti competenze e capacità lavorative, necessarie anche per un futuro inserimento in un’azienda al di fuori del carcere, e ha sviluppato inoltre nelle persone doti caratteriali inespresse e l’occasione di scoprire la forza e l’unione di un gruppo per raggiungere importanti obiettivi.

«Io e il mio gruppo di lavoro siamo riusciti a dimenticare quella sensazione di chi è destinato a trascorrere degli anni in carcere, dove le persone diventano ombre su cui il tempo scorre lento. Le ombre sono tornate ad essere persone integrate non solo in un processo lavorativo, ma in una società civile» ha raccontato un detenuto sulle pagine del periodico Human HT Training al termine di questa esperienza.

I percorsi di crescita culturale e professionale durante il periodo della detenzione rappresentano un fondamentale strumento di promozione della personalità del condannato, di miglioramento delle condizioni di vita all’interno dell’istituto penitenziario ma soprattutto nell’ottica del reinserimento sociale.

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