Futuro del lavoro, le Regioni chiedono investimenti sui saperi e una stretta relazione fra scuole e imprese

Trattenere i talenti, mettere in più stretta connessione scuola, formazione professionale e aziende, governare le trasformazioni del lavoro imposte dal digitale e favorire l’incontro tra domanda e offerta del lavoro. Sono alcune delle questioni poste al centro del dibattito su competenze e talento dai rappresentanti di alcune regioni italiane intervenuti nel corso del convegno promosso da FondItalia dal titolo Accrescere la competitività attraverso le competenze e il talento, che si è tenuto mercoledì 10 maggio nella sala Regina della Camera dei Deputati.

Secondo Simona Tironi, Assessore all!Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, «la partnership fra istruzione e aziende sul territorio serve a introdurre efficacemente gli studenti nel mondo del lavoro, orientandoli nella scelta di cosa vogliano fare da grandi».

Il futuro dunque: dei nostri giovani ma anche del modo di lavorare. Su questo ha ragionato nel suo intervento Vincenzo Colla (Assessore allo Sviluppo economico, Lavoro e Formazione della Regione Emilia Romagna), secondo cui «il digitale e la tecnologia vanno governate per evitare di creare un sistema in cui vi sono da una parte gli ottimati dell!economia digitale e dall!altra lavoratori ignoranti di innovazione». Colla ha ricordato come nel 2021, in Emilia Romagna, oltre 3.500 ragazzi, soprattutto, laureati, sono emigrati all!estero, sottolineando come oggi più che mai l!esigenza di trattenere i saperi in Italia, evitando il fenomeno della fuga dei cervelli, perché «il nostro più grande patrimonio come paese manufatturiero e industriale non sono le materie prime, ma le teste».

Sebastiano Leo, Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Puglia ha paragonato il periodo storico che stiamo vivendo, per grado di dirompenza, al Rinascimento e alla Rivoluzione Industriale e ha ammonito sulla necessità di collegare gli ultimi due anni di scuola con il lavoro in azienda «attraverso lo strumento dell’apprendistato». Leo ha inoltre posto l!attenzione sull!esigenza, per i giovani italiani, di dover «andare oltre la formazione di base e acquisire conoscenze e competenze di alto livello che permettano loro di muoversi agevolmente all’interno del mercato del lavoro».

Di un «problema di narrazione da superare» ha parlato invece Alessandro Galella, Assessore alle Attività produttive, Lavoro e Formazione della Regione Basilicata. «Se per anni nella nostra regione c’è stato un reale problema di disoccupazione – ha detto Galella – oggi è vero il contrario. Sono le aziende che non riescono a trovare forza lavoro e quelle figure professionali di cui hanno bisogno. Solo a Matera, ad esempio, mancano all’appello 3000 lavoratori. Ciononostante molti lucani sono convinti di non poter trovare lavoro e quindi non si formano. Per questo serve un cambiamento culturale e della narrazione». In questo senso, Galella ha annunciato la realizzazione, da parte della Regione Basilicata, di un!App che permetterà a chi cerca lavoro di caricare il proprio profilo e alle aziende di intercettare persone nuova forza lavoro».