Il mismatch del mercato del lavoro in Sardegna

Tra i principali problemi con cui si confronta il mercato del lavoro vi è il disallineamento tra formazione, domanda e offerta di lavoro.
Dal lato della domanda, molti posti di lavoro non sono coperti, sia nel settore privato che in quello pubblico. Molte imprese, specie le piccole, rischiano di chiudere per mancanza di mano d’opera; molte altre scontano un crescente gap di competenze interne.
Due settori sono emblematici. Quello dell’informatica, dove c’è scarsissima disoccupazione ma grande difficoltà di reperimento, e quello della ristorazione, dove si registra sia una difficoltà di reperimento di manodopera, sia elevata disoccupazione.
A livello universitario, si registra invece un numero insufficiente di laureati nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) rispetto alle richieste del mercato del lavoro.
Su scala nazionale, i dati del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL relativi a settembre 2023 evidenziano come il mismatch del mercato del lavoro coinvolga il 48% delle assunzioni programmate, con un aumento di 5 punti percentuali rispetto allo stesso mese del 2022. In alcuni casi, per figure tecnico – ingegneristiche e di operai specializzati, la percentuale raggiunge il 60%-70%.
Le ragioni di questo disallineamento sono molteplici. Come sottolinea il CNEL nel XXIV Rapporto Mercato del Lavoro e Contrattazione Collettiva 2020, la causa principale risiede nell’«inadeguatezza di percorsi formativi poco orientati alle professioni richieste dal mercato e non al passo con l’innovazione tecnologica».
A soffrire sono soprattutto le regioni del Sud, come Basilicata, Molise, Puglia, Campania, Sicilia, Calabria e Sardegna. In quest’ultima regione il mismatch supera la, già alta, media nazionale.
- Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Sardegna
Il dato relativo allo squilibrio tra domande e offerta di lavoro in Sardegna è sensibilmente più alto rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. Segno di un evidente disallineamento tra settori produttivi e capitale culturale disponibile sul territorio.
I profili richiesti riguardano principalmente impiegati e addetti nell’ambito di professioni commerciali e nei servizi (48,8%), ma una percentuale cospicua abbraccia anche figure che dovrebbero provenire dalla formazione professionale (operai specializzati, conduttori di impianti e macchine, professioni non qualificate, per una percentuale complessiva del 42,8%).
Fonte: Unioncamere, La domanda di lavoro nelle imprese, maggio 2023, p. 22.
Per quanto riguarda le opportunità lavorative, esse provengono essenzialmente dal settore dei servizi.
2. Un mondo della formazione lontano dal lavoro
Il XXIV Rapporto Mercato del Lavoro e contrattazione collettiva 2020 redatto dal CNEL sottolinea che «il raccordo fra domanda e offerta di lavoro comincia con l’orientamento. E la dispersione scolastica comincia con il mancato raccordo fra la propria vocazione personale e il proprio futuro».
La polarizzazione del mercato del lavoro rilevata negli ultimi anni si traduce in Italia in un mismatch che non riguarda solo le professionalità più elevate, ma anche potenziali nuovi lavoratori in possesso di qualifica e diploma professionale.
Il XX Rapporto di monitoraggio del Sistema di Istruzione e Formazione Professionale e dei Percorsi in Duale nella IeFP per l’anno 2020-21, realizzato dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (INAPP), segnala un importante mismatch tra domanda di lavoro e offerta di diplomati e possessori di qualifiche professionali.
Riprendendo i dati del rapporto Excelsior pubblicato a giugno 2022, il Rapporto INAPP ricorda come due terzi del fabbisogno di qualificati e diplomati previsto dagli imprenditori per il quinquennio 2022-2026 si concentri in soli quattro indirizzi di studio (meccanico, con una domanda media annua che supera le 23mila unità, poi ristorazione con circa 19mila, edile ed elettrico con 18mila ed amministrativo segretariale e servizi di vendita con poco più di 17mila). Dal confronto tra la domanda di lavoro e offerta di nuovi qualificati e diplomati emerge un marcato mismatch «in considerazione di un’offerta complessiva di circa 79mila giovani qualificati e diplomati in grado di soddisfare solo il 67,6% della domanda potenziale di circa 117mila posti di lavoro».
Tabella ripresa da ripresa da INAPP, XX Rapporto di monitoraggio del Sistema di Istruzione e Formazione Professionale e dei Percorsi in Duale nella IeFP per l’anno 2020-21, Roma 2023, p. 94.
Le figure professionali di cui si registra la maggior carenza sono relative all’ambito dei settori meccanico (circa 17mila unità), edile ed elettrico (oltre 12 mila) e amministrativo segretariale e servizi di vendita (oltre 11 mila). La mancata corrispondenza è comunque marcata anche in altri comparti (impianti termoidraulici, servizi di promozione e accoglienza nonché logistica, trasporti e riparazioni dei veicoli) dove il tasso di rispondenza al fabbisogno oscilla tra il 40 e il 50%. Viceversa, vi sono figure per cui l’offerta di qualificati e diplomati in uscita dai percorsi IeFP dovrebbe superare di gran lunga la domanda proveniente dal mercato. Si tratta di operatori nell’ambito della ristorazione, degli operatori di benessere e di tecnici impegnati nel settore agricolo, grafico e tessile.
A dispetto di queste opportunità di lavoro che restano insoddisfatte, a livello nazionale prevale infatti la formazione di operatori nell’ambito della ristorazione e dei servizi estetici, mentre colpisce il numero esiguo riferito alla formazione di tecnici da impegnare nei settori dell’informatica (tecnico informatico e tecnico della modellazione e fabbricazione digitale) e della green economy, tutti diplomati in Lombardia, Veneto e Piemonte.
Tabella ripresa da ripresa da INAPP, XX Rapporto di monitoraggio del Sistema di Istruzione e Formazione Professionale e dei Percorsi in Duale nella IeFP per l’anno 2020-21, Roma 2023, p. 81.
Sebbene le opportunità di lavoro siano dunque presenti, il Rapporto INAPP indica un calo nel numero di iscritti ai percorsi IeFP. Nel 2020-2021 si è attestato a poco più di 223 mila unità, con una diminuzione di quasi l’11% rispetto all’anno precedente. Si tratta di una riduzione di iscritti che tocca prevalentemente gli Istituti Professionali, scesi del 23%.
Il calo nel numero delle iscrizioni complessive è distribuito su quasi tutte le Amministrazioni locali, con una diminuzione importante in Puglia (-85,0%) e Sardegna (-58,4%).
Fonte: INAPP, XX Rapporto di monitoraggio del Sistema di Istruzione e Formazione Professionale e dei Percorsi in Duale nella IeFP per l’anno 2020-21, Roma 2023, p. 26.
In quest’ultima regione, prevale decisamente la formazione di figure professionali nel settore della ristorazione, seguite da operatori del benessere. Alcuni settori professionali risultano completamente sguarniti (operatori edili, delle produzioni chimiche, delle calzature, del legno, delle lavorazioni artistiche, operatori del mare e delle acque interne).
A colpire, in generale nelle regioni del Mezzogiorno e in particolare in Sardegna, è dunque la scarsa diversificazione dei settori professionali verso cui si indirizzano le iscrizioni e il conseguimento delle qualifiche professionali.
- Piattaforma collaborative per avvicinare domanda e offerta di lavoro
Il Rapporto del Cnel sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro aveva un obiettivo principale: verificare se vi fossero le condizioni per realizzare un’azione comune tra soggetti appartenenti a settori diversi (lavoro, formazione, ricerca). A livello teorico questo interesse è stato rilevato. Mancano però realizzazioni pratiche.
È opportuno che siano attivate piattaforme capaci di stimolare il dialogo tra i settori dell’Istruzione, dell’Università, della formazione professionale, coinvolgendo anche i sindacati, le imprese e le istituzioni.
Le informazioni in possesso dei fondi interprofessionali sull’attività di formazione finanziata potrebbero rappresentare il minimo comune denominatore attorno a cui riunire questi soggetti.
Si tratta di una preziosa base dati che potrebbe essere condivisa con le Università, per favorire attività di ricerca e l’elaborazione di proposte finalizzate ad adeguare i sistemi di formazione alle nuove necessità del mondo del lavoro. Ma non solo. Simili dati, potrebbero anche guidare l’attività di orientamento da svolgere nelle scuole, da parte di alcuni, selezionati, enti di formazione che già interpretano una funzione di raccordo tra istituti superiori, Università e formazione professionale. La Sardegna, dove il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è oltre la media nazionale, potrebbe rappresentare il luogo ideale dove sperimentare una simile piattaforma di collaborazione.