Gli italiani sono insoddisfatti del proprio lavoro

Tristi e rassegnati allo status quo, gli italiani non si sentono appagati del proprio lavoro né tanto meno coinvolti. È quanto emerge da una recente indagine internazionale condotta da Gallup, istituto demoscopico statunitense specializzato in ricerche di mercato.
Lo State of the Global Workplace: 2022 Report ha infatti fotografato il grado di soddisfazione dei lavoratori di tutto il mondo e l’Italia non ne esce bene. “Prima della pandemia, il coinvolgimento e il benessere sono cresciuti a livello globale per quasi un decennio, ma ora sono stagnanti” rivela il report. “Vivere per il fine settimana, guardare l’orologio che scorre”, lavorare solo per lo stipendio “sono i mantra della maggior parte dei lavoratori globali. Con solo il 21% dei dipendenti impegnato al lavoro e il 33% dei dipendenti che prospera nel proprio benessere generale, la maggior parte degli intervistati è convinta che il proprio lavoro non sia significativo, non pensa che la propria vita stia andando bene o non si sente fiducioso riguardo al proprio futuro”, si legge nel report. Una situazione generalizzata dunque? Per certi versi sì, ma il nostro Paese è fra quelli messi peggio.
Secondo i sondaggisti di Gallup, solo il 4% degli impiegati italiani interpellati si sente pienamente appagato e coinvolto sul lavoro. Ci sono dunque 96 lavoratori su 100 che sono scontenti e 27 su 100 parlano apertamente di un senso di tristezza quotidiano sul lavoro. Per di più i nostri connazionali vivono un senso di rassegnazione: l’Italia è infatti, sempre secondo la ricerca, ultima in classifica riguardo al giudizio degli intervistati sulla possibilità di trovare un impiego migliore nel contesto socio economico che stiamo vivendo. In questo gli italiani sono in buona compagnia. Solo il 45% dei lavoratori a livello globale sostiene infatti che quello attuale sia un buon momento per trovare un lavoro nel proprio paese.