La crisi del turismo in Italia e nel mondo: dati, fatti e previsioni per alberghi e ristorazione

turismo invernale in italia

Articolo redatto da Osservatorio FondItalia

L’Italia e gli altri Paesi colpiti dal Covid-19 stanno affrontando la seconda ondata di pandemia e con l’arrivo delle vacanze di Natale il turismo sembra essere il vero malato del mondo. La stagione invernale metterà nuovamente in pericolo la vita dei turisti che potranno muoversi e farà probabilmente segnare un altro record di perdite per le aziende del settore in termini di fatturato.

L’INIZIATIVA DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL TURISMO

L’Organizzazione Mondiale del Turismo (World Tourism Organization, in breve UNWTO) è l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile della promozione di un turismo responsabile, sostenibile e universalmente accessibile. Fino al 2020, l’UNWTO ha promosso il turismo come motore della crescita economica, dello sviluppo inclusivo e della sostenibilità ambientale e ha offerto leadership e supporto al settore per far progredire la conoscenza e le politiche turistiche in tutto il mondo. Adesso, però, sta cercando di fare qualcosa per fronteggiare la più grave crisi che il turismo abbia avuto dalla Seconda guerra mondiale in poi.

UN CODICE PER LA PROTEZIONE DEI TURISTI

La priorità in questo momento di emergenza sanitaria sembra essere la sicurezza dei turisti. Il Comitato per lo sviluppo di un codice internazionale per la protezione dei turisti si è riunito per la seconda volta pochi giorni fa preparando le basi per un passo avanti verso un vero e proprio quadro giuridico. L’UNWTO ha ospitato la riunione virtuale consultiva che contava sulla partecipazione di 92 Stati membri e di un membro associato. Insieme a questi Paesi sono intervenuti anche esperti legali di diverse regioni del mondo, tutti membri del Gruppo Consultivo speciale, oltre a presentare gli Osservatori, organizzazioni internazionali sia governative che non governative che si uniranno all’UNWTO nello sviluppo del Codice e garantiranno che il risultato sia un insieme di standard ben rappresentativo ed equilibrato.

LA COMMISSIONE EUROPEA

La varietà degli osservatori rifletteva il forte interesse per un Codice Internazionale volto ad offrire ai turisti una maggiore protezione in quanto consumatori e a diffondere su tutto il settore la responsabilità di assistere i turisti colpiti da situazioni di emergenza. La Direzione Generale per il Mercato Interno, l’Industria, l’Imprenditoria e le PMI della Commissione Europea, responsabile delle politiche turistiche dell’UE, ha sottolineato il suo interesse a seguire questo progetto in considerazione dei potenziali punti in comune con il lavoro della Commissione.

INSIEME PER IL TURISMO

Hanno partecipato all’iniziativa anche i rappresentanti della Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD), dell’Autorità Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO) e dell’Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO). Inoltre, e sottolineando il forte interesse del settore privato per i lavori del Comitato, hanno partecipato in qualità di osservatori alcune organizzazioni imprenditoriali e gruppi di membri, tra cui l’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) e Hotrec, che rappresenta il settore europeo dell’ospitalità. I partecipanti al Comitato hanno inoltre eletto un presidente (il rappresentante del Brasile) e un vicepresidente (Grecia).

L’EMERGENZA TURISMO IN ITALIA

Secondo gli ultimi dati riportati dall’Ansa, siamo alle porte di una stagione invernale che darà un ulteriore colpo di grazia al settore turistico italiano. Il Covid-19 infatti rischia di far perdere al turismo montano invernale il 70,2% del fatturato che nelle ultime stagioni era arrivato a superare i 10 miliardi di euro. È quanto emerge da una ricerca che l’Ansa pubblica in anteprima, fatta da Jfc, che ogni anno pubblica l’Osservatorio Skipass Panorama Turismo. “Le stime aggiornate a fine novembre segnano dati in assoluto campo negativo con un bilancio previsionale di fine stagione stimato, purtroppo, in soli 3 miliardi 100 milioni rispetto ai 10 miliardi 409 milioni di fatturato complessivo della stagione invernale 2018/2019 (ultima non ‘investita’ dalla pandemia) e ai 10 miliardi 922 milioni del 2017/2018”.

LE PREVISIONI SUL FATTURATO

Le stime fornite dall’Ansa, aggiornate a fine novembre della stagione in corso, considerando le limitazioni di cui giornalmente si parla facendo riferimento alla pratica dello sci, segnano un fatturato di “1 miliardo 549 milioni per il sistema ospitale (strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere tra alberghi, villaggi, bed and breakfast, residence, baite, agriturismi, case vacanza, alloggi in affitto, etc.), 1 miliardo 136 milioni per i servizi dedicati allo sci (noleggio attrezzature, maestri di sci, skipass e impianti di risalita vari, etc.) e 414 milioni per gli altri servizi (ristorazione, commercio, attività ricreative e di divertimento, etc.) per un totale come già detto di poco più di 3 miliardi. Nella scorsa stagione il fatturato del sistema ospitale ha raggiunto 3 miliardi 751 milioni contro una previsione ante Covid-19 di 4 miliardi 664 milioni, mentre il 2018/2019 si è chiuso con 4 miliardi 614 milioni e il 2017/2018 a 4 miliardi 892 milioni”. Sempre nella scorsa stagione il fatturato dei servizi legati allo sci “ha totalizzato 3 miliardi 891 milioni contro una previsione ante Covid-19 di 4 miliardi 582 milioni, mentre il 2018/2019 si è chiuso con 4 miliardi 573 milioni e il 2017/2018 con 4 miliardi 808 milioni”. Infine, “l’ulteriore fatturato generato da altri servizi nella scorsa stagione ha generato 1 miliardo 69 milioni contro una previsione ante Covid-19 di 1 miliardo 224 milioni mentre il 2018/2019 si è chiuso con 1 miliardo 222 milioni e il 2017/2018 con 1 miliardo 220 milioni”.

NATALE IN ALLARME

A lanciare l’allarme durante la scorsa settimana erano stati, oltre che molti governatori (da Luca Zaia a Giovanni Toti) e politici tra cui Matteo Salvini, anche il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca, secondo cui era importante una decisione europea sulla faccenda: “Chiudere una stazione sciistica a Natale è come chiudere un albergo al mare a Ferragosto. Se i paesi attorno a noi, Austria, Svizzera, Francia e Germania tengono tutto aperto, mentre noi siamo tutti chiusi, si capisce subito che significa regalare turisti italiani agli altri paesi”.

RISTORANTI E ALBERGHI, COSA DICONO I DATI ISTAT

Come ha scritto nel suo approfondimento Policy Maker: “I dati diffusi dall’Istat sul fatturato delle imprese della ristorazione nel terzo trimestre (luglio, agosto e settembre) del 2020 mostrano un calo del 16,6% sul periodo corrispondente del 2019, pari in valore assoluto a circa 4,6 miliardi di euro”. È quanto riporta l’analisi del Centro Studi di Fipe-Confcommercio sullo stato di salute delle imprese nel settore della ristorazione.

LA RISTORAZIONE

Nonostante si tratti di “una contrazione più attenuata rispetto a quella del II trimestre per via della parziale ripresa dell’attività nei mesi estivi” – il che darebbe anche una iniezione di ottimismo – le perdite per le imprese del settore potrebbero arrivare fino a quota 33 miliardi: “Con riferimento ai primi nove mesi dell’anno, il settore della ristorazione ha cumulato perdite per oltre 23 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2019. Se consideriamo poi che l’attività nel quarto trimestre risulterà pesantemente condizionata dalle ulteriori restrizioni introdotte con gli ultimi Dpcm la perdita attesa dei ricavi complessivi del 2020 supererà i 33 miliardi di euro”.

IL SETTORE ALBERGHIERO

“L’Istat certifica che gli alberghi e le altre strutture ricettive sono tra le attività più colpite dalla pandemia. Chiediamo che Governo e Parlamento intervengano subito, per impedire una debacle totale”. A commentare i dati preoccupanti di Istat, che si riferiscono ai primi nove mesi del 2020 nel settore alberghiero, è stato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. I dati mostrano un calo del 52% nel periodo da gennaio a settembre.

VERSO L’ULTIMO TRIMESTRE

Federalberghi ha segnalato che “la rilevazione Istat si ferma a settembre, ma purtroppo il crollo riguarda anche l’ultimo trimestre. Basti considerare che nel mese di ottobre alberghi e ristoranti hanno utilizzato 51 milioni di ore di cassa integrazione (pari a 295 mila lavoratori sospesi), contro i 30,5 milioni di settembre. E che i provvedimenti adottati ai primi di novembre ci hanno dato il colpo di grazia. Non si salva nessuno: le città d’arte sono ferme da marzo, meeting, fiere e congressi sono vietati, chiusi i comprensori sciistici e gli stabilimenti termali, il business travel è completamente fermo. Secondo il centro studi di Federalberghi, alla fine del 2020 il fatturato degli esercizi ricettivi italiani registrerà un calo complessivo del 56,7%, con una perdita di oltre 14 miliardi di euro”. Nella sua nota, il presidente Bocca ha ricordato che “in questi giorni è in corso l’esame della manovra di bilancio e di tre decreti ristori, ai quali se ne aggiungerà presto un quarto. Le misure dedicate alle imprese e ai lavoratori del settore sono utili ma non sufficienti. È necessario potenziarne l’intensità ed ampliarne la durata, commisurando gli aiuti alla effettiva portata del danno subito”.

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