Lo smartworking cambia il nostro modo di vivere

Lo smartworking imposto in moltissime realtà produttive dal lockdown è destinato a sopravvivere, almeno in parte.
Il lavoro da casa ha permesso ai lavoratori di avere più tempo libero da dedicare alla famiglia, alle proprie passioni e allo sport. E sta convincendo molti dell’inutilità di vivere nelle grandi città a favore della riscoperta dei borghi italiani dove la densità abitativa è decisamente più bassa ed è possibile trovare case con grandi spazi interni ed esterni a prezzi lontani anni luce da quelli di Roma, Milano, Bologna e Firenze.
Il rilancio dei piccoli borghi
Tanti piccoli comuni italiani hanno messo in vendita case a un euro o poco più, in cambio della ristrutturazione degli edifici entro un anno e con la possibilità di creare nuove abitazioni o piccole attività per rilanciare il borgo. In Italia il 72% dei comuni (8mila nello Stivale) conta meno di 5mila abitanti, di cui oltre duemila sono in avanzato stato di abbandono.
Uno studio in corso del Politecnico di Milano in collaborazione con il Touring Club proprio per progetti pilota di questo tipo sottolinea come in Europa esistano già dei buoni esempi (Brest in Francia) che il Bel Paese può seguire: borghi a meno di 60 km dai grandi centri urbani, con infrastrutture vicine come aeroporti e stazioni proprio per favorire gli spostamenti. Una delle aree prese in esame per questo progetto pilota è in Val Trebbia, località non distante da Milano. Case history di successo sono il centro di Badalucco in Liguria e Castelfalfi in Toscana. E in quest’ottica si stanno muovendo anche Sambuca in Sicilia.
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Gli obiettivi da raggiungere
Un modo per rilanciare il patrimonio storico-culturale del nostro paese e creare occupazione attraverso lo sviluppo di strutture e servizi in loco. Delocalizzare significa inoltre rendere più sostenibile la vita nelle grandi città per chi resta, diminuendo la densità abitativa e conseguentemente i flussi nei trasporti o nella fruizione dei servizi.
I piccoli comuni dovranno però dotarsi di infrastrutture fondamentali come banda larga e fibra proprio per consentire di lavorare avendo tutte le comodità a portata di mano. Tecnologia, servizi, vicinanza con le grandi città o con hub di trasporto come stazioni e aeroporti saranno fondamentali perché iniziative come questa riscuotano successo.
L’esempio americano
Non è un caso che proprio la stampa americana ha dato risalto con diversi articoli a queste case in vendita a poco prezzo e che spesso vengono acquistate anche da stranieri. Negli Stati Uniti la fuga dalle metropoli è una tendenza già in atto: New York, Chicago e Los Angeles stanno subendo un lento ma progressivo abbandono a favore di città meno popolate come Dallas, Houston, Phoenix e Denver dove la vita è meno cara.
La situazione milanese
Una situazione simile è stata registrata nei mesi scorsi anche a Milano. In pieno Covid in molti sono rientrati nei paesi di origine del sud Italia, pur lavorando a distanza per le grandi aziende del nord. Se lo smartworking o la cassa integrazione verranno prolungate fino a dicembre, Milano (tra le città più colpite dalla pandemia) andrà incontro a una dimunizione non solo di lavoratori ma anche di studenti. Molte università, infatti, stanno ampliando il numero di corsi e di esami a distanza per favorire coloro che non rientreranno in città, ma assicurando lezioni continuative e in sicurezza, e anche un buon numero di iscritti. Con pesanti ricadute economico però sul fronte delle attività commerciali e di ristorazione, già pesantemente colpite dalla pandemia.
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