Sangue interviene in una lezione all’Universitas Mercatorum: «La formazione è necessaria per promuovere l’occupabilità dei lavoratori e migliorare le performance delle imprese»

Il vicepresidente di FondItalia Egidio Sangue è intervenuto alla lezione “Nascita e sviluppo dei Fondi Interpersonali per la formazione continua. L’esperienza di FondItalia” dell’Universitas Mercatorum con il professor associato Marco Zaganella, parlando proprio dell’importanza dei Fondi e dell’esperienza di FondItalia nell’aggiornamento professionale.
Un’occasione importante, quindi, per presentare il lavoro dei Fondi interprofessionali, nati nel 2000 con la legge 388 per garantire lo sviluppo delle imprese e l’occupabilità dei lavoratori. I Fondi sono stati istituiti per finanziare, appunto, la formazione dei dipendenti delle aziende, senza creare un costo aggiunto per le imprese ma usufruendo dei finanziamenti. «I fondi sono degli organismi di diritto privato di natura associativa – ha spiegato Egidio Sangue all’inizio del suo intervento – e sono operativi, di fatto, dal 2004. Oggi se ne contano 19, di cui 16 dedicati ai dipendenti e 3 ai dirigenti. Le aziende decidono liberamente di aderire e finanziare le attività di formazione con una quota minima. L’obiettivo è quello di garantire una formazione continua e una riqualificazione dei lavoratori per promuovere l’occupabilità e, allo stesso tempo, migliorare le performance delle aziende e la loro resilienza nei periodi di crisi come quello che stiamo vivendo in questi ultimi anni».
Proprio l’accelerazione dei cicli tecnologici e la crescente instabilità economica, ha aggiunto il professor Zaganella, rendono necessario il costante aggiornamento del capitale umano. Sangue ha poi illustrato i numeri che si sono toccati in questi anni: oltre 1 milione di imprese e 11 milioni di lavoratori hanno aderito ai Fondi; i settori più rappresentativi sono manifatturiero, commercio e servizio imprese (pari al 75% delle adesioni). Territorialmente le aziende sono per il 50% del nord Italia.
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«FondItalia è nata una decina di anni fa – ha proseguito Sangue –, dedicandosi maggiormente alle microimprese (circa l’89%) e poi alle PMI (9%), soprattutto del Sud Italia, che sono quelle che faticano di più ad accedere agli strumenti. Noi abbiamo sviluppato una logica di rete su base territoriale coinvolgendo regioni come Puglia, Campania, Sicilia e poi Lombardia e Lazio, Veneto, Piemonte e Marche. Le nostre aziende sono impegnate in settori come commercio, costruzioni, alberghi, ristoranti e servizi. Abbiamo erogato finanziamenti per 68 milioni e approvato circa 5200 progetti, coinvolto 20mila imprese e 236mila lavoratori, con una media di 16 ore di formazione».
La rete su base territoriale ha permesso a FondItalia di poter assistere le imprese nel complesso di norme per il funzionamento dei fondi, garantendo un’adeguata assistenza per utilizzare le risorse in forma aggregata, aumentare la propria competitività e la formazione dei dipendenti.
In generale la formazione continua si è svolta quasi esclusivamente in presenza (almeno per un buon 70%), quindi in modo frontale, ma la pandemia ha portato a un maggior sviluppo della formazione digitale. Le attività formative a distanza hanno, però, consentito una maggiore indipendenza, questo sia per una questione di spostamenti sul territorio non per tutti agevoli e poi perché le microimprese visto il poco personale presente in azienda non hanno dovuto incorrere in assenze prolungate.
Ma quali sono i corsi più richiesti? Il vicepresidente di FondItalia spiega che si finanzia molto formazione di base, informatica, salute e sicurezza; minori invece le richieste di corsi per nuove tecnologie e digitalizzazione.
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