Transizione ambientale e nuove competenze. 
Come cambia il lavoro nel settore delle Costruzioni

Il mercato del lavoro in Europa è sempre più definito da due caratteristiche generali.
In primo luogo, la domanda è orientata verso profili altamente qualificati, con un’istruzione di livello universitario. 

Secondo il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (CEDEFOP), entro il 2025 circa il 48% di tutte le opportunità di occupazione in Europa saranno rivolte a coloro che possiedono un titolo di studio di terzo livello. Inoltre, l’85% delle lavorative all’interno dell’UE richiederà competenze digitali almeno di base.  

In secondo luogo, il mercato del lavoro evidenzia un forte squilibrio tra domanda e offerta. Sebbene il tasso di occupazione sia in aumento negli ultimi anni, i datori di lavoro hanno difficoltà a individuare profili dotati delle giuste competenze. Questa problematica ostacola ulteriori investimenti e la crescita delle imprese. 

Il fabbisogno di competenze nel settore delle Costruzioni

Il settore delle costruzioni è particolarmente interessato dalla mancata corrispondenza tra posti di lavoro disponibili e competenze richieste. Lo evidenzia il Consorzio “Construction Blueprint”,  nel suo Report on the professions and qualifications to be subject of modernization, risultato di un’indagine realizzata nell’arco del 2022 in dodici Paesi membri dell’Unione Europea (Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Slovenia e Spagna). 

“Construction Blueprint” è un progetto appartenente al programma comunitario Erasmus+ e ha come obiettivo l’analisi delle trasformazioni che stanno interessando il settore delle costruzioni in Europa. Si tratta di un settore che tra il 2010 e il 2020 ha rappresentato una quota compresa tra il 5% e il 6% del Pil complessivo dell’Ue e che si prospetta in ulteriore sviluppo nei prossimi anni in funzione della transizione energetica e ambientale. Tuttavia, è anche un settore caratterizzato da alcune criticità.

Il Rapporto sottolinea come sia «ampiamente accettato che uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo del settore delle costruzioni nell’UE è la disponibilità di capitale umano, sia in termini di forza lavoro altamente qualificata, sia a causa del basso livello di competenze», aggiungendo che «mentre le offerte di lavoro nel settore sono cresciute vertiginosamente negli ultimi anni, l’istruzione terziaria e la formazione professionale continua non sono cresciute in linea con la domanda esistente».

Il Rapporto calcola che per sostituire i lavoratori edili che entreranno in età pensionabile, dovranno essere assunti, entro il 2030, 4 milioni e mezzo di lavoratori. L’attuale richiesta di profili nel settore può fornire un’indicazione in merito alla tipologia di opportunità lavorative che si presenteranno nei prossimi anni.

Come dimostra il grafico, prevale la richiesta di lavoratori edili (43,2% dei posti di lavoro disponibili), seguiti da professionisti appartenenti a settori della scienze e dell’ingegneria (9,5%), dai lavoratori elettomeccanici (8,6%) e dagli operai tecnici (6,3%).

Transizione ambientale e aumento delle opportunità per i profili più qualificati

Sempre secondo il Rapporto, circa due terzi dei lavoratori edili nell’Ue possiede un titolo di studio di livello medio-basso. Per rispondere alle sfide presentate dal Green Deal Europeo (GDE), circa 3-4 milioni di lavoratori edili impegnati in varie professioni (carpentieri, falegnami, muratori e tecnici) necessiteranno di una formazione in grado di adeguarne le competenze.

Gettando uno sguardo alle previsioni occupazionali nell’arco del decennio 2020-2030, colpisce la crescita delle opportunità di lavoro nei settori collegati alla transizione energetica.

Previsione di creazione e distruzione di posti di lavoro nel periodo 2020-2030 a seguito dell’attuazione del GDE nei principali settori (è indicata la differenza del livello di occupazione rispetto al dato base precedente l’attuazione del GDE)

n.b. L’assunto principale delle analisi è che la composizione dell’occupazione nei diversi settori non subisca modifiche a seguito dell’attuazione del GDE

Fonte dati: Construction Blueprint, Report on the professions and qualifications to be subject of modernization. Indagine 2022, p. 14.

La tabella mostra un calo dell’occupazione previsto nei settori interessati dallo sfruttamento dei combustibili fossili. Al contrario è previsto un aumento nei settori collegati alla transizione ambientale e digitale. Si tratta di una crescita che riguarda tutti i segmenti occupazionali, al di là della qualifica. Nel settore delle costruzioni, si evidenzia comunque un deciso incremento delle occupazioni manuali qualificate. 

Tra i fattori determinanti la ricerca di profili più qualificati figurano la richiesta di una maggiore efficienza energetica e il ricorso a fonti di energia rinnovabili, nonché l’introduzione, nei processi di costruzione, di apparecchiature informatiche e automatizzate tipiche dell’industria 4.0. Inoltre, in funzione del progresso tecnico, è destinata ad aumentare la costruzione di grattacieli nell’Unione Europea entro il 2030, richiedendo competenze specifiche.

Le competenze più richieste in Italia

Il Rapporto identifica, per ciascun Paese, i principali profili occupazionali che beneficeranno del GDE.
Per l’Italia, sono stati individuati nove profili in crescita: l’esperto e il tecnico dell’efficienza idrica, l’ingegnere del trattamento dei rifiuti da costruzione e demolizione (CD), il responsabile della gestione dei rifiuti CD e l’addetto al riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti CD, l’addetto alla squadra di installazione di finestre, l’installatore di coibentazioni, il supervisore di installatori di pannelli e materiali isolanti e il gestore di energia. 

Sempre con riferimento all’Italia, il Rapporto evidenzia un fabbisogno di competenze trasversali relative alla comunicazione, alla elaborazione di modelli di business, alla conoscenza di applicazioni di automazione e realtà virtuale e di tecniche di modellazione BIM. Emerge altresì una richiesta di competenze in materia di partecipazione ad appalti collegati alla transizione ambientale, di etica e conformità alle normative nazionali.

In conclusione, il Rapporto redatto da Construction Blueprint evidenzia come, anche nel settore delle Costruzioni, gli investimenti in formazione continua siano ormai imprescindibili sia per le imprese, sia per i lavoratori al fine di mantenere alte le possibilità di occupazione.

Il Rapporto può essere scaricato al seguente link: https://constructionblueprint.eu/wp-content/uploads/2022/02/R5.-Construction-Blueprint_-Professions-and-qualifications-to-be-subject-of-modernisation_V1-1.pdf