Turismo: un settore in crisi. Come cambieranno le nostre vacanze?

Turismo in Italia: Roma

La macchina del turismo (che vale il 13% del Pil nazionale) prova a mettersi di nuovo in moto dopo il lungo stop dovuto alla pandemia da Coronavirus. Il turismo in Italia ha perso nei mesi scorsi ingenti guadagni: da febbraio ad oggi sono mancati gli incassi del Carnevale (se pensiamo alla chiusura anticipata di Venezia), ma anche delle festività come Pasqua e dei ponti saltati nei mesi precedenti. In vista dell’estate la situazione non è comunque tanto rosea.

I dati del turismo

La mancanza di turisti stranieri supera il 50% rispetto all’anno precedente, e guardando alle prenotazioni estive da giugno ad agosto addirittura il dato dell’Enit (Agenzia nazionale del turismo) segna per l’Italia un -68,5%, peggio di Spagna e Francia, per una perdita di 407mila prenotazioni. A pesare sul mese di giugno anche un clima non proprio estivo, mentre luglio e agosto sembrano spingere l’ago delle prenotazioni un po’ più in alto e quindi in leggera crescita. La sola città di Roma ha perso il 42,5% di turisti (di cui 13,4% nazionale e 29,1% internazionale) rispetto al 2019, circa 31milioni di visitatori in meno e secondo le stime ci vorranno quasi tre anni prima di tornare ai livelli pre-Covid.

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I dati sul fronte lavoro

Tra le regioni che risentiranno di più di questa pandemia a livello turistico ci sono Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna (come riportano anche alcuni grafici pubblicati in un articolo del Sole 24Ore). E ovviamente una minor presenza di turisti, avrà ripercussioni sui posti di lavoro del settore. Anche le regioni meno colpite in Italia dal Coronavirus, ma che vivono di turismo, infatti stanno affrontando una situazione difficile.

Turismo in Italia, Venezia

L’Aspal (Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro) in un rapporto pubblicato a giugno sottolinea come la Sardegna abbia perso 60mila posti di lavoro in questi mesi, e a farne le spese è stato soprattutto l’indotto del turismo, con quasi 25mila assunti in meno. Innegabile la difficoltà del comparto sia per mantenere le assunzioni stagionali che i costi per adeguare le strutture alle nuove misure di sicurezza. Ma è logico pensare che se i turisti non ci sono anche settori come il commercio, ad esempio, risentiranno di un netto calo delle vendite.

Il ritorno al turismo di prossimità

Nonostante ormai si possa viaggiare con più facilità rispetto alle settimane precedenti, si ipotizza un turismo tutto italiano: poche al momento le presenze straniere nelle nostre città d’arte e nei luoghi di villeggiature sia al mare che in montagna. Gli italiani che andranno in vacanza privilegeranno le mete nostrane per evitare rischi di contagi in paesi che stanno ancora affrontando la pandemia, ma anche per sostenere l’economia di un settore che ha registrato forti perdite.

Questa estate potrebbe segnare il ritorno del turismo di prossimità come negli anni ’50, favorendo quindi il Bel Paese, magari luoghi meno affollati e conosciuti, le seconde case, piccole strutture ricettive di montagna o collina per escursioni in bici o a cavallo. Sì anche a piccole gite fuoriporta nei weekend per chi dovrà fare economia. Quello del 2020, quindi, sarà un turismo di prossimità che ci porterà alla scoperta di posti nuovi, meno affollati e quindi di fatto più sicuri, ma da vivere durante un arco di tempo più lungo, non solo ad agosto.

Le misure a favore del turismo

Il Governo ha messo in atto dei provvedimenti contenuti nel Decreto Rilancio per favorire la ripartenza del turismo in tutta la penisola, come il cosiddetto bonus vacanze (una sorta di tax credit da spendere nelle strutture ricettive, un credito di imposta per le famiglie con reddito medio basso), prestiti e altri provvedimenti come lo stop della prima rata Imu per alberghi, b&b, ostelli, stabilimenti balnerari e campeggi.

Per dare invece sostengo a bar e ristoranti sarà più facile ottenere l’occupazione del suolo pubblico, così da consentire di posizionare più tavoli all’aperto e favorire il distanziamento sanitario.

Intanto anche la Commissione Europea ha lanciato “Re-open EU”, una piattaforma web con informazioni su trasporti, restrizioni di viaggio, misure di sicurezza proprio per favorire il rilancio del turismo in tutto il continente. Una sorta di mappa interattiva a cui contribuirà ogni singola nazionale con aggiornamenti costanti.

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