L’ufficio del futuro: come cambia il luogo di lavoro

Addio all’ufficio open space, dove troppe persone convivono in un’unica grande stanza, senza quindi poter mantenere un distanziamento sanitario e sociale, fondamentale nei momenti come quello che stiamo vivendo. La pandemia da Coronavirus cambierà per sempre alcune abitudini, e d’ora in avanti bisognerà prestare più attenzione agli spazi di lavoro, ad un adeguato riciclo d’aria ma anche alla possibilità di poter collaborare con i colleghi alla stessa scrivania.
Sempre più smart working
Lockdown ed emergenza sanitaria hanno contribuito a diffondere nel nostro paese lo smart working, o lavoro flessibile, rigorosamente da casa. Una situazione tutt’altro che temporanea. Il futuro del lavoro sarà, infatti, sempre più “smart”, con i lavoratori invitati a svolgere la propria attività in modalità “agile” da casa e solo per poche occasioni in presenza, come per le ridotte ma utili riunioni organizzative. Lo smart working garantirà più sicurezza, produttività e meno costi: molti sondaggi mostrano come per i lavoratori l’attività da casa porti a una maggiore concentrazione, a un minor stress e a una tutela della propria salute. Dall’altra parte le aziende hanno con il lavoro flessibile meno costi sia per l’allestimento degli uffici che dei consumi.
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L’ufficio del futuro: aspetti positivi e negativi
Proprio dal sondaggio Technology and the Evolving World of Work realizzato da Lenovo nei mesi successivi al lockdown in 10 paesi compresa l’Italia, su un campione di 20mila persone, è risultato il cambiamento delle dinamiche lavorative. La casa è diventata il nuovo ufficio, come qualsiasi altro luogo che riesca a consentire una connessione digitale. I lavoratori hanno detto di sentirsi più produttivi e hanno dichiarato di voler continuare a lavorare in casa anche quando la situazione sanitaria sarà migliorata. Hanno, però, dovuto affrontare una spesa imprevista: l’acquisto di nuovi dispositivi tecnologici e di tutti gli accessori e arredi necessari, che soprattutto in Italia è stato a carico proprio dei lavoratori. Tra le note negative del lavoro da casa: il minore contatto sociale con i colleghi, la difficoltà a separare vita lavorativa e domestica e la vulnerabilità della sicurezza dei dati. Ma anche una minore condivisione di idee e di cultura di lavoro di squadra, come ha evidenziato lo studio promosso da Microsoft in 15 paesi europei tra cui l’Italia.
Una volta passata la pandemia, quindi, si favorirà in ogni caso il lavoro da remoto anche solo per alcuni giorni a settimana, portando a un risparmio sui trasporti, a un minor inquinamento, a un aumento del tempo da passare in famiglia e alla riduzione dell’assenteismo.
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