Verso un nuovo modello di sviluppo: il ripopolamento e la valorizzazione dei borghi attraverso le nuove tecnologie

Great Resignation e City Quitters sono anglicismi entrati nel gergo comune per esprimere una tendenza della nostra epoca, segnata dal crescente rifiuto del modello di sviluppo industriale e urbanocentrico che ha caratterizzato il Novecento a beneficio della riscoperta di una dimensione locale dove coniugare valorizzazione del paesaggio e recupero delle tradizioni e del patrimonio culturale.
Per l’Italia, intercettare e accompagnare questa tendenze attraverso le possibilità messe a disposizione dalle nuove tecnologie, può significare attivare processi di decongestionamento dei grandi centri urbani e di rivitalizzazione economica dei borghi e delle aree interne del Paese, depositarie delle tradizioni artigianali ed enogastronomiche del Paese.
Il tema è stato approfondito in occasione di una tavola rotonda dal titolo “Recupero del patrimonio e innovazione tecnologica: quali opportunità per lavoratori e imprese?”, organizzata il 15 marzo presso l’Associazione Civita dall’Osservatorio sulle trasformazioni del lavoro e della formazione continua promosso da CNR-ISEM e FondItalia.
I lavori, moderati dal giornalista economico Massimo Maria Amorosini, sono stati suddivisi in due momenti.
Il primo caratterizzato da interventi istituzionali, mentre il secondo da relazioni tecniche.
Gli interventi istituzionali sono stati aperti dal presidente di FondItalia, Francesco Franco, il quale ha ricordato come il recupero dei borghi antichi e il loro ripopolamento consentirebbe la rinascita di un tessuto sociale ed economico costituito da piccole e medie imprese, che costituiscono l’infrastruttura economica del Paese. In un simile contesto diventerebbe centrale il ruolo della formazione dei lavoratori e quindi dei Fondi interprofessionali che la finanziano.
Il vicepresidente e direttore di FondItalia, Egidio Sangue, ha sottolineato come i borghi rappresentino un immenso patrimonio in cui affonda le sue radici la tradizione culturale del Paese. Si tratta di un patrimonio che ha nutrito la crescita di gran parte dei prodotti che rappresentano il vanto del Made in Italy nel mondo, soprattutto in ambito enogastronomico. La valorizzazione in chiave economica dei borghi potrebbe rappresentare un nuovo volano per lo sviluppo economico e occupazionale del Paese intero. FondItalia può dare un contributo rilevante all’individuazione delle competenze richieste per sostenere questo processo e alla conseguente formazione dei lavoratori.


Simone Bentrovato, in rappresentanza di Federterziario, ha richiamato l’attenzione sullo sviluppo dello smart-working come volano per favorire il ripopolamento e la rivitalizzazione economica dei borghi. Per accompagnare questo processo sono tuttavia necessari investimenti in servizi e infrastrutture – fisiche e digitali – che consentano di soddisfare le esigenze di una quota di popolazione desiderosa di rientrare nelle terre d’origine ma ormai abituata ai servizi delle grandi città. Bentrovato ha comunque sottolineato la necessità di non limitare la ripresa delle aree interne ad una dimensione turistica, ma di immaginare anche una politica che punti sullo sviluppo di industrie ad alto valore aggiunto, nel settore delle nuove tecnologie ad esempio, al fine di determinare un sensibile aumento del Pil locale.
Michela Toussan, Segretario Confederale UGL, si è ricollegata all’opportunità rappresentata dall’emergere di quote significative di lavoratori da remoto per rilanciare le aree interne. Ha tuttavia sottolineato come si tratti di una dimensione che necessiti di essere regolamentata, sotto il profilo della sicurezza del lavoro, dell’efficienza e della sicurezza delle reti, nonché della gestione degli orari, al fine di non confondere lo smart-working con il telelavoro.
A conclusione degli interventi istituzionali, è stato letto l’intervento del Sottosegretario all’Ambiente Claudio Barbaro, il quale ha evidenziato come il crescente fenomeno dei city quitters dovrebbe insegnare che occorre uno sforzo delle Istituzioni su tutti i livelli per offrire spazi e servizi cittadini di ritrovata serenità, attraverso investimenti in progetti di sostenibilità ambientale pensati per migliorare la vivibilità del territorio cittadino. Secondo il Sottosegretario, l’Italia è uno dei Paesi dove la tendenza ad abbandonare i grandi centri urbani potrebbe prendere maggiormente piede, in considerazione della vastità e della bellezza della provincia italiana che spazia dal mare ai rilievi montani. Lo “spirto dei tempi” è dunque favorevole ad un progetto di recupero dei borghi e della aree interne, a condizione che le Istituzioni accompagnino e indirizzino il processo con i giusti investimenti.
La prima relazione tecnica è stata presentata da Isabella Cecchini, ricercatrice del CNR–ISEM, che si è soffermata sullo spopolamento e il consumo turistico di Venezia.  Lo scorso anno la città è stata visitata da 13 milioni di persone. Un aumento considerevole, frutto della maggiore integrazione con altre città d’arte quali Verona, Padova, Vicenza e le montagne dolomitiche. Tuttavia, un turismo così esasperato può anche essere fonte di problemi. Per la popolazione locale, infatti, è più conveniente dare in affitto le proprie case e spostarsi sulla terraferma. La città tende così a spopolarsi, perdendo la sua cultura e i suoi connotati tradizionali. Anche per le imprese presenti in città il turismo può essere fonte non solo di vantaggi economici, ma anche di aumento dei costi. Si pensi alla difficoltà di trovare locali disponibili, oppure, per i piccoli ristoratori, alla concorrenza delle grandi catene. Anche per Venezia si pone dunque un problema di ripopolamento. L’innovazione tecnologica può favorire questa tendenza favorendo il rientro di lavoratori da remoto. È un’opportunità colta, ad esempio, dal progetto
Venywhere, una piattaforma che offre servizi per gli smart-workers che intendono trasferirsi a Venezia.

La seconda relazione tecnica è stata curata da Angelo Cattaneo, anche lui ricercatore del CNR-ISEM, che ha sottolineato l’importanza della storia per la valorizzazione dei borghi. L’intervento di Cattaneo ha preso le mosse dall’esperienza dei villaggi cristiani in Giappone, nati nel XVI secolo ma rimasti per lungo tempo “nascosti” poiché invisi agli imperatori giapponesi. Si tratta di un’esperienza molto particolare nell’ambito del Giappone, ma che in fondo riguarda una tematica che può accomunare ogni essere umano (la professione di una fede invisa al potere politico). Per questo Cattaneo ha definito questi villaggi “unicità aperte”.
Collocati nelle prefetture di Nagasaki e Kumamoto, nella parte nord-occidentale del Kyushu, hanno una collocazione geografica assolutamente periferica e marginale rispetto al resto del Paese.

Tuttavia, negli ultimi anni questi villaggi sono stati oggetto di una riscoperta – cavalcata anche dal film “Silence” di Martin Scorsese – che li ha portati ad essere riconosciuti, poco prima della pandemia, come patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Questo riconoscimento rappresenta un punto di partenza per la successiva rivitalizzazione dei territori interessati e ricorda a noi italiani come il presupposto per una valorizzazione economica dei borghi antichi sia rappresentato dalla riscoperta e della narrazione della loro storia. È la storia e l’autenticità dei territori che affascina. Per questo, ha concluso Cattaneo, in Giappone ogni domenica, dalle 18:00 alle 18:54 , sul canale BS (satellitare) si trasmette da 14 anni il programma “La vita dei piccoli borghi d’Italia”. Iniziato nel 2009, domenica 11 marzo 2023 è giunto alla puntata n. 403 e ha consentito ai giapponesi di conoscere borghi quali Lajatico, Morterone o Gallicchio.
L’ultima relazione è stata tenuta da Gianpaolo Basile, dell’Università Mercatorum, che ha ricordato come l’Unione Europea interpreti questa esigenza di recupero delle aree interne attraverso i fondi strutturali, suggerendo innanzitutto di investire sulle infrastrutture e la mobilità. Basile ha poi ricordato come i borghi rappresentino un eccezionale laboratorio di innovazione sociale, frutto di un ripopolamento che è destinato a mescolare la tradizione con l’innovazione, portata in questi territori da coloro che hanno vissuto nei grandi centri urbani.
A conclusione dell’iniziativa è intervenuto il vicesegretario generale dell’Ugl Luca Malcotti, il quale ha sottolineato come il recupero e la valorizzazione economica dei borghi antichi e delle aree interne attraverso le nuove tecnologie rappresenti un nuovo modello di sviluppo su cui il l’Ugl sta riflettendo. Dagli anni Novanta del Novecento l’Italia ha provato ad affrontare la sfida della globalizzazione attraverso la svalutazione del lavoro. Questo orientamento ha depauperato il Paese non solo da un punto di vista economico, ma anche delle competenze che sono andate perdute in conseguenza di questo gioco al ribasso. Occorre invece puntare sui mestieri ad alto valore aggiunto che traggono linfa vitale dall’unicità e dell’autenticità dell’Italia.

Link di riferimento:

Progetto Venywhere: https://www.venywhere.it/

Alexandra Curvelo e Angelo Cattaneo, Interactions Between Rivals: The Christian Mission and Buddhist Sects in Japan (c.1549-c.1647), Peter Lang, 2021 https://www.peterlang.com/document/1190560